La microfusione di Metal Goods Srl
Cenni storici del processo di microfusione (o fusione a cera persa)
Popoli di culture ed epoche diverse, quali gli antichi Cinesi, gli Egizi, gli Incas e gli Aztechi, conobbero e impiegarono, per la produzione di strumenti e oggetti vari in bronzo, la tecnica della fusione a cera persa.
Verso la prima metà del VI sec. a.C., in Grecia, la microfusione (o fusione a cera persa) venne usata per fondere statue monumentali di grande valore artistico. Fra le opere rimaste ricordiamo i Bronzi di Riace, ritrovati in mare nel 1907 in condizioni di eccezionale integrità, pur risalendo a ben 2500 anni or sono.
Con lo steso processo della fusione a cera persa, Benvenuto Cellini realizzò nel XVI secolo il Perseo, insigne capolavoro della scultura rinascimentale italiana.
Fino al secolo scorso la fusione di oggetti in bronzo, oro e argento, mirava a riprodurre la figura, la linea, lì'idea artistica e non la precisione dimensionale.
Quest’ultima esigenza emerse all’inizio del ‘900 quando alcuni laboratori tecnico-detistici incominciarono a far uso del procedimento per eseguire protesi dentarie.
Seconda guerra mondiale in seguito a un programma di ricerche sviluppate sul metodo di produrre in maniera molto affidabile e su vasta scale, palette per turbine di motori d’aereo a turboreazione.
Verso l’inizio degli anni ’50 tale tecnologia fu introdotta anche in Europa e trovò vantaggioso impiego in quei settori produttivi che richiedevano particolari in acciaio o in leghe speciali con forme geometriche complesse e ristrette tolleranze dimensionali.
ed. Tecniche Nuove